appunti

La mente e il corpo

di Raffaella Grasso* e Giulia Mingucci**

1. I termini (**)

    Per “problema mente-corpo” si intende la complessa trama di questioni sollevata dalla relazione peculiare tra fenomeni mentali quali percezione e pensiero, e fenomeni naturali, il cui dominio è definito per via empirica dalle scienze, in primis dalla fisica. Il concetto di mente è ricondotto in genere a René Descartes, che lo introduce al posto di anima, intesa come principio di tutte le facoltà psicofisiche del vivente, tradizionale pendant del corpo nella riflessione antica. Depurata dai requisiti più strettamente legati alla corporeità, la mens cartesiana ha come prerogativa essenziale il solo pensiero, i suoi modi propri (la sensazione) e le facoltà ad esso congiunte (l’immaginazione), determinazioni che prefigurano la concezione ancora in uso. Se la mente è il portato della riflessione moderna, l’idea della sua polarità con il corpo ha una gestazione più remota. Le sue prime attestazioni documentate risalgono al mondo classico, all’epica e alla lirica arcaica (VIII-VI sec. a.C.). Omero oppone la psyché al soma, significativamente il cadavere, il corpo morto. Legato a pneuma da una comune radice etimologica, il termine psyché rimanda a sua volta al soffio vitale che si manifesta nel momento in cui abbandona in via temporanea (svenimenti) o definitiva (morte) il corpo, riferimento conservato dagli equivalenti latini anima e spiritus e presente anche in altre culture quali quella ebraica e araba. Forza vitale cosmica e impersonale, al tempo stesso la psyché si insedia in un corpo specifico, contribuendo non soltanto a vitalizzarlo, ma anche a dotarlo, in maniera ancora confusa, di un’identità soggettiva permanente. Sopravvive, infatti, al corpo nell’Ade in quanto eidolon, immagine diafana e tuttavia riconoscibile, copia esangue di un individuo determinato. L’idea di anima come centro unitario della personalità, sede delle funzioni psichiche e cognitive dell’essere umano, oltre che di quelle vitali, è qui solo embrionale; bisogna attendere l’apertura di una discussione propriamente filosofica sulla sua natura, che contribuirà a mettere a punto i rapporti che la legano al corpo. Sebbene non vi sia una perfetta corrispondenza tra le coppie psyché-soma, anima-corpo e mente-corpo, la sintassi profonda che articola il confronto rivela una certa persistenza, gettando un ponte tra le concezioni antiche e quelle moderne e contemporanee. Pertanto, nonostante la distanza che ci separa da esse, è possibile applicare loro classificazioni nate in epoca moderna e ancora in uso nella filosofia della mente contemporanea, distinguendo due orientamenti filosofici di base, il “dualismo” e il “materialismo”, ai quali si aggiunge un terzo paradigma, l’“ilomorfismo”, che caratterizza la posizione sui generis assunta da Aristotele.

    <em>Cavalli in corsa. Dettaglio di una lastra dal palazzo di Assurnasirpal II a Nimrud</em>
    <em>Testa di cavallo</em>
    <em>Testa di cavallo dal frontone est del Partenone</em>
    Fidia, <em>Testa del cavallo di Selene, dea della luna, dal frontone orientale del Partenone</em>